QUARESIMA
27.03.2010 by Roberta
Lungo come una Quaresima
il modo di dire rende perfettamente l’idea di qualcosa che sembra non finire mai, perché la Quaresima, periodo di penitenza e digiuno in preparazione della Pasqua, ha la durata di quaranta giorni.
Il nome deriva dal latino quadragesima dies, quarantesimo giorno, e quaranta è una misura biblica per eccellenza: basti pensare alla analoga durata della permanenza di Mosè sul Sinai e soprattutto della tentazione di Gesù nel deserto. Quaranta giorni, dunque, e quaranta notti, perché gli antichi inserivano anche la veglia notturna o una minore durata del riposo fra gli esercizi di mortificazione, insieme ad un più assiduo dedicarsi alla preghiera.
In Toscana questo periodo di preparazione poteva essere interrotto alla sua metà per partecipare a festeggiamenti e rappresentazioni che avevano lo scopo di “eliminare” il vecchio, cioè l’inverno, per far posto alla stagione della rinascita della natura, al ritorno della luce, ossia alla primavera.
Anche le manifestazioni legate alla Settimana Santa, se sono la rappresentazione sacra della passione, morte e resurrezione di Cristo, sono anche il passaggio dalla morte alla vita; argomento che era anche il contenuto delle antiche feste precristiane collocate in questo periodo di transizione tra l’inverno e la primavera.
A Poggio di Loro era d’uso «fare il verde». Le persone, ma soprattutto i giovani, prendevano un ramoscello di bossolo o qualsiasi altro germoglio verde il primo giorno di Quaresima e si impegnavano a portarlo addosso fino a Pasqua, pronti a mostrarlo in qualunque occasione alla richiesta:«Fuori il verde!». E se non lo avevano erano dolori: si doveva pagare pegno.
Attesa della primavera? Speranza della resurrezione? Chi lo sa. Certo era un modo di vivere completamente diverso dal nostro.
By PIERANGELA