La Candelora
Dopo i giorni della merla il 2 febbraio, oggi, si celebra la Candelora, diventata “famosa” nei secoli per essere considerata il momento di passaggio tra l’inverno e la primavera.
Festa non di precetto, la Candelora in passato era comunque sentita come una ricorrenza di rilievo, soprattutto nelle campagne, dove le chiese, nelle albe fredde di febbraio, nella neve o nella nebbia, oppure con un sole ancora senza calore, vedevano radunarsi persone per la messa d’una festa considerata della Vergine: la Purificazione di Maria e la presentazione di Gesù al tempio quaranta giorni dopo la nascita.
Dopo la processione, col rito delle candele, la breve sosta sul sagrato e la via del ritorno a casa erano occupate dalle previsioni del tempo: quanto sarebbe durato ancora il freddo, essendo la Candelora un cardine per la meteorologia.
“Per la santa Candelora
se tempesta o se gragnola
dell’inverno siamo fora;
ma se è sole o solicello
siamo solo a mezzo inverno.”
È il proverbio universalmente noto. Per la Candelora se il tempo è cattivo l’inverno può dirsi finito, ma se fa bello è ancora a metà. Oggi giornata freddissima, con vento e neve…
Però, per dire che tutte le previsioni sono fallaci e che ognuno misura le cose secondo il proprio metro, esiste una storiella:
Si racconta che all’inizio dei tempi avvenne questo dialogo in campagna e da allora l’inverno arriva quando vuole e se ne va quando ha fatto.
Disse il villano alla Candelora:
– Acqua o neve venga giù,
che l’inverno non c’è più.
Disse allora il bove: – Che nevichi o che piova, l’inverno se ne va quando l’erba è sulla proda.
Disse il vecchio infreddolito:
– L’inverno non se ne va prima di San Vito.
Disse la vecchia col caldano: – L’inverno starà
finché la foglia di fico come un palmo sarà.
Si voltò l’asino e disse: – Non viene il caldo
finché tra le stoppie non spunta il cardo.
Rispose la strega: – È cosa sicura
che l’inverno arriva quando arriva
e dura fin che dura.
by Pierangela