DA MAX " CHE ANCHE IL VOSTRO CEPPO ARDA "

28.10.2009 by Roberta 

Ciao Max Poggio ti stava aspettando.

Quando la stagione invoglierebbe a restarcene al calduccio nelle nostre case, per i Poggesi non cessa il richiamo laborioso legato alla vita dei e nei boschi e campi. Con la stessa alacrità, anche quest’anno ritorna con sempre maggiore organizzazione, una giornata che chiamare festa è sicuramente riduttivo.”I cento ceppi accesi” è una traduzione in chiave moderna (ma neanche poi tanto) di una abitudine che nella montagna veniva praticata da tutti coloro che, tra vigne od olivi trascorrevano la loro giornata all’aperto, fino all’ultimo utile raggio di sole; e prima che la foschia, la brezza e non ultima la stanchezza, prendessero il sopravvento venivano accesi dei fuochi dentro dei ceppi d’albero cavi, che ognuno si procurava nel bosco durante la raccolta delle castagne. (all’interno dei ceppi il fuoco non aveva possibilità di propagarsi accidentalmente, uso che poi ritroviamo anche nelle metropoli con al posto dei tronchi, dei galloni vuoti.) Dai racconti dei vecchi della montagna è nata l’idea di questa giornata. Immaginate adesso di essere a Loro Ciuffenna oppure in cima alla Croce del Pratomagno, e lo sguardo si posa ad accarezzare i molteplici toni del marrone e del rosso fino al giallo che colorano i boschi ed al verde cangiante delle foglie degli olivi; si sono fatte le 4.00 del pomeriggio, le luci del giorno si stanno attenuando, i contadini iniziano a rimettere gli attrezzi ed a preparare per il lavoro del giorno successivo……..; quando si iniziano a scorgere nei campi dei deboli bagliori che ancora a fatica fanno “concorrenza” alla pregnante illuminazione solare. I bagliori aumentano di numero e di intensità con il trascorrere dei minuti, finchè dopo l’imbrunire, il giorno viene coperto dal manto notturno, e tutta la montagna scintilla di fuochi sparsi che ardono all’interno dei ceppi, come contraltare alle stelle che come noi stanno a guardare. Con questa immagine nella mente, vi invito anch’io a trascorrere la giornata del 15 Novembre tra leccornie, atmosfera gioviale, ed una sana semplicità. Altre iniziative ci aspettano, ma come direbbe Roberta …..”questa è un’altra storia”.

Che……….anche il vostro ceppo arda!
Ciao, Max.

 

SIETE PRONTI ?

25.10.2009 by Roberta 

I CENTO CEPPI ACCESIStiamo arrivando con la prossima festa ,

I CENTO CEPPI ACCESI

15 Novembre

Non mancate  e sarete catturati  da uno scenario mai visto. Dove potrete gustare merende dolci e salate e dove la castagna fa da padrona.

E DOPO I FUNGHI LE NOCI

24.10.2009 by Roberta 

Le noci

POGGIO,

borgo di mille risorse e la nostra amica Pierangela non poteva farsi scappare le  NOCI:

“Pane e noci cibo da sposi, noci e pane cibo da contadini”.

Questo detto ci ricorda come un tempo le noci fossero importanti nelle mense più semplici.

Fin dall’antichità questa pianta è stata coltivata e fu sacra a Giove. Tracce della sua sacralità si ritrovano oggi nella preparazione del nocino: i malli andrebbero raccolti la notte del 24 giugno per San Giovanni Battista, vicina al solstizio d’estate, per poi berlo dal 27 dicembre, all’inizio dell’inverno.

Questi grandi alberi, che si notano così bene nelle zone intorno a Poggio, danno ancora oggi frutti gustosi….da provare i gherigli dentro i famosi fichi secchi, le cosìdette “picce”!

Buone noci a tutti.

Pierangela


Stanno spuntando come funghi

18.10.2009 by Roberta 

I funghi ci stupiscono sempre per la casualità della loro nascita, per la semplicità del loro ambiente, per la rapidità della crescita, per la breve durata e per la loro estrema fragilità.

Chi va in cerca di funghi sa che non è facile trovarli: c’è infatti bisogno di tempo e di fatica e non sempre si torna a casa con qualcosa.

Ma è vero quello che dice l’amico Max: -“Durante la ricerca dei funghi, il silenzio dei suoni del bosco, i colori, gli odori, il respiro che si può fare pesante a causa di un tratto impervio da percorrere, liberano la mente da tutto quello che la contaminava. Al ritorno a casa……, ci sentiamo ricaricati di nuova energia.”

fungo porcino

FUNGHI

In attesa di vedere qualche foto con dei bei funghi trovati nei boschi intorno a Poggio, possiamo ragionare su alcuni detti che si usano comunemente ancora oggi:

“Andare a cercar funghi” = indossare un abito a rovescio (si pensava che portasse fortuna ai cercatori di funghi; ha forse origine dall’abitudine di rigirare i vestiti per non danneggiarli).

“E’ come cercare funghi in Arno” = è tempo perso cercare una cosa dove è impossibile che si trovi.

“Stanno spuntando come funghi!”, “Nascono come i funghi!”= evidenzia come i funghi si diffondano rapidamente nei boschi.

By Pierangela

La montagna di Max

09.10.2009 by Roberta 
Non può rimanere un commento… ma deve essere  di stimolo ad altri commenti.
Inviato il 03/10/2009 alle 12:26:29

Siamo entrati nel mese di Ottobre, e d’ora in poi la nostra montagna si riempirà di colori, profumi e atmosfere uniche; che tutti gli anni cadenzano il trascorrere immutevole del tempo, e richiamano ad appuntamenti imperdibili, chi come me, (o come i tanti che sono venuti a trovarci) si sono innamorati di Poggio. Ma oltre all’ anima c’è anche il corpo. A coronamento delle sensazioni, eccoci servite alcune prelibatezze che già sono state presentate in questo blog. Ma secondo la mia opinione, non c’è ghiottoneria più completa dei funghi che si iniziano a trovare nei boschi, cornice al nostro borgo. Invito chiunque voglia appagarsi in maniera completa ad incamminarsi per i tanti boschi che non mancheranno di riservarvi belle sorprese.

Durante la ricerca dei funghi; “il silenzio dei suoni del bosco”, i colori, gli odori, il respiro che si può fare pesante a causa di un tratto impervio da percorrere, liberano la mente da tutto quello che la contaminava. Al ritorno a casa…,  ci sentiamo ricaricati di nuova energia. A chiusura del cerchio (atmosfera-sensazioni-ricerca-scoperta), seduti a casa propria la soddisfazione del gusto, mangiando quel fungo del quale ricordi mentre lo assapori, in quale parte del bosco l’hai trovato, e l’emozione che hai provato nel coglierlo dal grembo della terra che generosa lo ha creato. Ricordate che la natura in cui vi calerete è praticamente immutata da secoli, ed occorre rispetto come se entrassimo ospiti in casa di amici.
Buona ricerca, o come diciamo fra noi, CHE FANOO!.