QUELLI CHE …

15.04.2012 by Roberta 

Ciao a tutti,

abbiamo pensato di ampliare il nostro blog, inserendo una nuova rubrica; metteremo foto di chi e/o che cosa, che voi cercherete di indovinare.

Vi avvisiamo che qui non si vince niente, se non una sana risata nel rivedere qualcuno fotografato diverse primavere fa.

In tanto “riscaldiamo”  la memoria dei vostri ricordi con questa foto , dandovi anche le soluzioni.

PS. ce ne saranno per tutti.

Buon divertimento.

RESURREZIONE …

06.04.2012 by Roberta 

VITA

Le  lastre del borgo.

Il vento amico che muove incessante i rami degli alberi.

Il silenzio costruttivo .

Energie misteriose  frutto storico  delle mura, invadono chiunque di noi  passeggi tra i vicoli.

Immagino le mani che hanno posate le pietre  una su l’altra per regalarci Poggio di Loro.

Apprezzo gli sforzi che vengono fatti per  conservare Poggio come è oggi.

Cerco nel mio piccolo di contribuire perché Poggio migliori e confermi la sua identità e la sua cultura, che ne fanno un gioiello nel panorama del Pratomagno.

Torno ad affacciarmi al nostro blog per augurare a tutti una Felice Resurrezione. Non obbligatoriamente una Felice Pasqua. Questa potrebbe essere denigratoria verso chi non crede.

Il nostro borgo accoglie come fa ormai da centinaia di anni la Resurrezione. Della natura in primo luogo. Dell’umanità, dei progetti, delle speranze, dei sentimenti, delle aspettative e dei progetti in secondo.

In un momento di tristezza economica e sociale, ho voglia di augurare una Felice Resurrezione.

Resurrezione di anime, di intenti, di attese, di scoperte, di speranze, di odi, di ire, di amori, di perdono, di delusioni, di  rappacificazioni, di comunione, di confronto, di sviluppo.

Resurrezione di vita in tutte le accezioni che il termine include e che sono incapace di elencare.

Buona Resurrezione di sentimenti ed opere.

Come augurerebbe un Induista:

NAMASTE

La parola namaste letteralmente significa “mi inchino a te”, e deriva dal sanscrito: namas (inchinarsi, salutare con reverenza) e te (a te). A questa parola è però implicitamente associata una valenza spirituale, per cui essa può forse essere tradotta in modo più completo come saluto (mi inchino a) le qualità divine che sono in te. Unita al gesto di unire le mani e chinare il capo, potrebbe essere resa con: le qualità divine che sono in me si inchinano alle qualità divine che sono in te, o anche, meno sinteticamente, unisco il mio corpo e la mente, concentrandomi sul mio potenziale divino, e mi inchino allo stesso potenziale che è in te. In sostanza, dunque, il significato ultimo del saluto è quello di riconoscere la sacralità di ognuno di noi. Oltre a essere un saluto buddhista, è anche indù, che vuol dire mi inchino alla luce del dio che c’è in te.

Mi sembra la sintesi massima con cui augurare ogni bene e riconoscerci anche negli altri. Credenti o non.

Un saluto affettuoso

MAX

TERZO APRILANTE QUARANTA DI’ DURANTE

03.04.2012 by Pierangela 

Il tempo che fa il 3 (o il 4) aprile dovrebbe dare il pronostico per il periodo successivo. Si intende dire che se piove in questo giorno dovrebbe poi piovere per 40 giorni.

 

Questa credenza si trova diffusa, oltre che a Poggio e nel Valdarno, anche in tutta Italia e in qualche paese europeo, cosa che può far pensare a origini pagane del detto o a scritture religiose, dove spesso il numero 40 è legato alla pioggia, a cominciare dalla narrazione del diluvio “Piovve sopra la terra per quaranta dì e quaranta notti…” (Libro della Genesi).

 

In questo anno 2012, avaro di precipitazioni, un po’ di pioggia fa bene: quindi, anche se le giornate primaverili soleggiate e tiepide sono graditissime, se piovesse per qualche giorno nessuno si lamenterebbe!!

 

 

PRATOMAGNO E POGGIO DI LORO

01.04.2012 by Roberta 

Fate come noi non lasciatelo solo, aiutatelo, tramandate le sue tradizioni, coltivate la sua terra, pulite i suoi sentieri. Vi invitiamo a leggere l’articolo sotto riportato, pubblicato su La Nazione di sabato 31 marzo, il Pratomagno ha bisogno di voi.

Vi possiamo garantire che Poggio non  spegnerà la voce della montagna,   ne la fiamma che  tiene in vita le nostre radici.

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