MA POI LA BANDA ARRIVÒ E ALLORA TUTTO PASSÒ

30.05.2010 by Roberta 

Domenica 23 maggio abbiamo aperto la stagione dei festeggiamenti con un ospite d’eccezione,  gli allievi della scuola di musica della Filarmonica Giuseppe Verdi di Loro Ciuffenna.

Gli allievi hanno passato 2 giorni  di prove nella canonica del paese, concludendo domenica pomeriggio con un concerto tenutosi nel parco giochi  alle ore 16,30.

È la prima volta che la banda suona  a Poggio di Loro, ma vogliamo augurarci che sia solo l’inizio di una bella collaborazione in previsione dell’estate Poggese.

Un grazie particolare  va ai  maestri: David Macinai, Carmelo Mobilia, Alessia Mortelli, Lorenzo Stefanelli, Sara Massini, Lorenzo Chiarabini e Valentino Coppi che hanno portato i loro ragazzi a Poggio di Loro.

Non vogliamo certamente lasciare le dolci note con le quali le donne del comitato hanno reso ancor più piacevole questa giornata, offrendoci  i loro dolci dopo il  concerto.

Un grazie a tutti ed arrivederci a presto.

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Non potevamo ricordare la grande MINA

La banda

Mina

Una tristezza così
non la sentivo da mai
ma poi la banda arrivò
e allora tutto passò
volevo dire di no
quando la banda passò
ma il mio ragazzo era lì
e allora dissi di si
e una ragazza che era triste
sorrise all’amor
ed una rosa che era chiusa
di colpo sbocciò
ed una flotta di bambini festosi
si mise a suonare come fa la banda
e un uomo serio il suo cappello
per aria lanciò
fermò una donna che passava
e poi la baciò
dalle finestre quanta gente spuntò
quando la banda passò
cantando pace ed amor
Quando la banda passò
nel cielo il sole spuntò
e il mio ragazzo era lì
e io gli dissi di si
La banda suona per noi
La banda suona per voi
la..la..la..la..la..la..la
la..la..la..la..la..la..la
E tanta gente dai portoni
cantando sbucò
e tanta gente in ogni vicolo
si riversò
e per la strada
quella povera gente marcia felice
dietro la sua banda
Se c’era uomo che piangeva
sorrise perché
sembrava proprio che la banda
suonasse per lui
in ogni cuore la speranza spuntò
quando la banda passò
cantando cose d’amor
La banda suona per noi
La banda suona per voi
la..la..la..la..la..la..la
la..la..la..la..la..la..la
La banda suona per noi
La banda suona per voi
la..la..la..la..la..la..la
la..la..la..la..la..la..la
la..la..la..la..la..la..la
la..la..la..la..la..la..la

AAA FATE CERCASI

26.05.2010 by Roberta 

E’ con infinito piacere che pubblico quanto ho ricevuto da una mia carissima amica.

Ciao a tutti,
anch’io come Voi ho una simpatia particolare per le fate e per gli gnomi e sono sicura che se un giorno avete voglia di guardare, ma guardare molto bene nei nostri prati, nei nostri boschi avrete la certezza che ci sono anche loro.
Per le fate in particolare vorrei ricordare che sulle montagne di Catenaia in casentino quindi vicino a noi esistono storie di fate, infatti secondo una leggenda raccontata dai montanari di Catenaia di Casentino, in un punto alto della montagna detto il Cardetto, si trova una grotta nella quale si ritiene abitino le Fate.

fatine

fatine

Chissà se anche in Pratomagno esiste un posto delle fate.

Chi ne avesse notizia è pregato di informarci.

Sono stata negli anni in Sardegna, sulle Dolomiti ed in Germania e le case delle fate sono effettivamente dei posti magici che non ho potuto fare a meno di visitare.Non conosco il tuo paese lontano e le storie che si raccontano e tanto meno i nomi delle fate, quindi se hai voglia di raccontarcele, come dice Max, trasportaci ancora nelle fantasie del tuo paese d’origine.

Ciao Eli.

MAGGIO: CHE TEMPO CHE FA

17.05.2010 by Roberta 

Pierangela dice:

Qualche giorno fa ho sentito al TG3 un’intervista al meteorologo prof. Maracchi: mi è piaciuta la risposta!!

Prof. MARACCHI

Prof. MARACCHI

Il fiorentino prof. Giampiero  Maracchi del Cnr, intervistato nei giorni scorsi a proposito della situazione meteorologica attuale (non ne possiamo più di usare l’ombrello…….) ci ha ricordato che ciò non è una vera e propria novità: il maggio freddino e bagnato l’abbiamo subìto diverse volte….

Il prof. afferma: «Anche nei secoli passati. Basta rileggere i proverbi, soprattutto quelli toscani, capaci di regolare la vita e il lavoro dei contadini.

Infatti veniva detto:

‘Fino ai santi fiorentini non vestire panni fini’.

I santi in questione erano Sant’Antonino, 10 maggio, e San Filippo Neri, 26 maggio».

Mettiamoci dunque il cuore in pace!

Aspettiamo fiduciosi la bella stagione: godremo appieno le belle giornate apprezzandole forse di più!

Pierangela

Pierangela

Leggenda sulla guarigione, fascino e bellezza.

11.05.2010 by Roberta 

Nel paese degli gnomi non potevano mancare le fate e grazie ad Annalisa, fedele amica di queste creature, veniamo a conoscenza delle loro storie.

Per tanto, ci auguriamo  che in una notte di luglio e di luna piena le vediamo arrivare alla locanda degli gnomi  per festeggiare con loro ed insieme a noi  l’inizio dell’estate POGGESE.

Fatina Margherita

Fatina Margherita

Vengo da un paese lontano dove nei boschi regna la leggenda delle FATE  .
Ve ne racconto una che parla di guarigione,fascino e bellezza.

A mezzanotte di una notte di primavera,un uomo con una gobba sulla schiena ,mentre
stava camminando verso casa incontrò le Fate che cantavano e danzavano
allegramente. Egli cortesemente danzò con la regina delle Fate e cantò una
canzone con loro: ” lunedi, martedi, mercoledi”, lo fece così bene che le Fate
gli tolsero la sua gobba.

L’uomo ritornò felice a casa come uomo bello e dal
corpo diritto. Mantenne il silenzio in merito al suo incontro con le Fate anche
se i suoi vicini gli chiesero come aveva perso la gobba. Come ricompensa per la
sua cortesia e discrezione egli sposò una donna graziosa,ebbe figli e visse una
vita lunga e felice.
Poco tempo dopo l’incontro tra il gobbo e le Fate, un sarto turbolento e cupo
stava camminando esattamente nello stesso luogo ed anch’egli venne invitato
dalle fate ad unirsi a loro nella danza e nel canto. Il sarto prese la regina
delle Fate per i fianchi nel danzare con lei ed ella si offese per la sua
familiarità. Quando egli si unì al canto, aggiunse ” giovedì” alla canzone
fatata e la rovinò. Come ricompensa per la sua rozzezza e le sue cattive
maniere, le Fate presero la gobba che avevano tolto al gobbo e la attaccarono
sulla schiena del sarto e li rimase.
Il presuntuoso e cupo sarto andò a casa con la gobba sulla schiena. Venne
preso in giro dai vicini e visse una vita breve di miseria e agonia fino alla
sua morte.
Come mostra questa storia ,(” dicevano i vecchi del paese”) il mantenere le
promesse, l’essere gentili, sinceri ed onesti sono virtù rispettate e ben
considerate dalle Fate, in quanto spiriti della Natura, possiedono i poteri
naturali per aiutare a guarire e rivitalizzare noi e il pianeta.

A presto.

Annalisa

Annalisa

Ancora MAGGIO

09.05.2010 by Roberta 

Ancora dalla nostra Pierangela:

“Maggiolata” o “Cantamaggio”

Maggio

Si canta Maggio

Era un rituale popolare, che risale forse agli etruschi, che segnava l’inizio della primavera; era di solito una rappresentazione che celebrava il passaggio da una stagione all’altra, da una condizione all’altra simboleggiate dal ritorno della luce, dal rinverdire della natura. Avveniva di solito nella notte tra il 30 aprile e il 1 maggio (calende di maggio) e si prolungava per tutto il mese.

Il Cantamaggio si svolgeva in forme diverse da località a località, ma sempre seguendo lo stesso schema: gruppi di giovani, i maggianti ornati con fiori, cantavano canzoni inneggianti al maggio e alla bella stagione andando di casa in casa per fare la questua portando un rametto con le prime foglie addobbato con nastri colorati. Il rametto era la prova che la stagione buona era arrivata!

Il canto si concludeva con la richiesta della questua (uova, vino, formaggio, salame, prosciutto) e talvolta poteva ricevere un rifiuto mascherato con la scusa dello scarso raccolto dell’annata.

Se veniva risposto:

“Per quest’anno è andata male

poco grano poca farina

piccolino era il maiale

poco vin nella cantina”

scherzosamente il questuante poteva rispondere con una maledizione simile a questa:

Che v’entrasse la volpe nel pollaio

E vi mangiasse tutte le galline

Che v’entrassero i topi nel granaio

Che vi muffasse il vin nelle cantine

Che v’entrasse il foco nel pagliaio

Che vi portassen via bestie vaccine.

Un accidente al padre e uno alla figlia

Il rimanente a tutta la famiglia!”

E a POGGIO, cosa facevano?

Non perdete i prossimi articoli.

Pierangela

Pierangela