Ancora MAGGIO
09.05.2010 by RobertaAncora dalla nostra Pierangela:
“Maggiolata” o “Cantamaggio”
Era un rituale popolare, che risale forse agli etruschi, che segnava l’inizio della primavera; era di solito una rappresentazione che celebrava il passaggio da una stagione all’altra, da una condizione all’altra simboleggiate dal ritorno della luce, dal rinverdire della natura. Avveniva di solito nella notte tra il 30 aprile e il 1 maggio (calende di maggio) e si prolungava per tutto il mese.
Il Cantamaggio si svolgeva in forme diverse da località a località, ma sempre seguendo lo stesso schema: gruppi di giovani, i maggianti ornati con fiori, cantavano canzoni inneggianti al maggio e alla bella stagione andando di casa in casa per fare la questua portando un rametto con le prime foglie addobbato con nastri colorati. Il rametto era la prova che la stagione buona era arrivata!
Il canto si concludeva con la richiesta della questua (uova, vino, formaggio, salame, prosciutto) e talvolta poteva ricevere un rifiuto mascherato con la scusa dello scarso raccolto dell’annata.
Se veniva risposto:
“Per quest’anno è andata male
poco grano poca farina
piccolino era il maiale
poco vin nella cantina”
scherzosamente il questuante poteva rispondere con una maledizione simile a questa:
“Che v’entrasse la volpe nel pollaio
E vi mangiasse tutte le galline
Che v’entrassero i topi nel granaio
Che vi muffasse il vin nelle cantine
Che v’entrasse il foco nel pagliaio
Che vi portassen via bestie vaccine.
Un accidente al padre e uno alla figlia
Il rimanente a tutta la famiglia!”
E a POGGIO, cosa facevano?
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