MAGGIO: CHE TEMPO CHE FA

17.05.2010 by Roberta 

Pierangela dice:

Qualche giorno fa ho sentito al TG3 un’intervista al meteorologo prof. Maracchi: mi è piaciuta la risposta!!

Prof. MARACCHI

Prof. MARACCHI

Il fiorentino prof. Giampiero  Maracchi del Cnr, intervistato nei giorni scorsi a proposito della situazione meteorologica attuale (non ne possiamo più di usare l’ombrello…….) ci ha ricordato che ciò non è una vera e propria novità: il maggio freddino e bagnato l’abbiamo subìto diverse volte….

Il prof. afferma: «Anche nei secoli passati. Basta rileggere i proverbi, soprattutto quelli toscani, capaci di regolare la vita e il lavoro dei contadini.

Infatti veniva detto:

‘Fino ai santi fiorentini non vestire panni fini’.

I santi in questione erano Sant’Antonino, 10 maggio, e San Filippo Neri, 26 maggio».

Mettiamoci dunque il cuore in pace!

Aspettiamo fiduciosi la bella stagione: godremo appieno le belle giornate apprezzandole forse di più!

Pierangela

Pierangela

DA MAX " CHE ANCHE IL VOSTRO CEPPO ARDA "

28.10.2009 by Roberta 

Ciao Max Poggio ti stava aspettando.

Quando la stagione invoglierebbe a restarcene al calduccio nelle nostre case, per i Poggesi non cessa il richiamo laborioso legato alla vita dei e nei boschi e campi. Con la stessa alacrità, anche quest’anno ritorna con sempre maggiore organizzazione, una giornata che chiamare festa è sicuramente riduttivo.”I cento ceppi accesi” è una traduzione in chiave moderna (ma neanche poi tanto) di una abitudine che nella montagna veniva praticata da tutti coloro che, tra vigne od olivi trascorrevano la loro giornata all’aperto, fino all’ultimo utile raggio di sole; e prima che la foschia, la brezza e non ultima la stanchezza, prendessero il sopravvento venivano accesi dei fuochi dentro dei ceppi d’albero cavi, che ognuno si procurava nel bosco durante la raccolta delle castagne. (all’interno dei ceppi il fuoco non aveva possibilità di propagarsi accidentalmente, uso che poi ritroviamo anche nelle metropoli con al posto dei tronchi, dei galloni vuoti.) Dai racconti dei vecchi della montagna è nata l’idea di questa giornata. Immaginate adesso di essere a Loro Ciuffenna oppure in cima alla Croce del Pratomagno, e lo sguardo si posa ad accarezzare i molteplici toni del marrone e del rosso fino al giallo che colorano i boschi ed al verde cangiante delle foglie degli olivi; si sono fatte le 4.00 del pomeriggio, le luci del giorno si stanno attenuando, i contadini iniziano a rimettere gli attrezzi ed a preparare per il lavoro del giorno successivo……..; quando si iniziano a scorgere nei campi dei deboli bagliori che ancora a fatica fanno “concorrenza” alla pregnante illuminazione solare. I bagliori aumentano di numero e di intensità con il trascorrere dei minuti, finchè dopo l’imbrunire, il giorno viene coperto dal manto notturno, e tutta la montagna scintilla di fuochi sparsi che ardono all’interno dei ceppi, come contraltare alle stelle che come noi stanno a guardare. Con questa immagine nella mente, vi invito anch’io a trascorrere la giornata del 15 Novembre tra leccornie, atmosfera gioviale, ed una sana semplicità. Altre iniziative ci aspettano, ma come direbbe Roberta …..”questa è un’altra storia”.

Che……….anche il vostro ceppo arda!
Ciao, Max.