SOLSTIZIO D'ESTATE E LA FESTA DI SAN GIOVANNI.
23.06.2010 by RobertaEd ecco che Pierangela non si è fatta attendere con i suoi articoli
” calendario e calende”:
Il 21 giugno, solstizio d’estate, è la data in cui il giorno è più lungo e la notte è più corta. Durante il solstizio si verifica un fenomeno astronomico, causato dall’inclinazione dell’asse terrestre e la distanza della Terra dal Sole; quest’ultimo si ritrova nel punto più alto del cielo.
Per alcuni giorni l’astro sorge e tramonta sempre nella stessa posizione, relativamente all’orizzonte. Sembra quindi “fermarsi”, da qui il termine “solstizio”, sosta del Sole. Dal 24 giugno il Sole riprende i suoi normali “spostamenti”.Fin dall’era antica gli uomini avevano notato questi movimenti astronomici.
Il cambio del percorso del Sole, che dal 24 giugno riprendeva la sua corsa, era visto come un ripartire del ciclo stesso della vita, indubbiamente collegata alla fertilità dei campi… è infatti in questo periodo che ciò che è stato piantato in precedenza comincia a farsi visibile, la terra è rigogliosa, molti frutti e ortaggi vengono raccolti.
Le feste per il solstizio d’estate sono state celebrate da sempre in tutte le culture.
Nella fase di cristianizzazione delle feste pagane al solstizio d’estate è stato sovrapposto la festa di San Giovanni Battista, il 24 giugno. Tanti erano i riti svolti; eccone alcuni.
Nel mondo rurale la notte e l’alba che precedono il 24 erano considerate le più propizie per la raccolta di molte erbe: si usava raccogliere erbe profumate e fiori per farne un infuso con il quale lavarsi il viso: “l’acqua di San Giovanni”. Era considerato un vero rimedio contro il malocchio e le malattie della pelle e degli occhi: veniva preparato in una bacinella d’acqua nella quale si ponevano petali di fiori e foglie profumate, ciascuno dei quali aveva un preciso compito, spesso diverso da luogo a luogo.
La sera precedente la festa di San Giovanni, fino a una trentina di anni fa, si usavano accendere nei campi o nelle aie grandi falò come riti di rinnovamento e di purificazione. I fuochi erano accompagnati da grida e canti e spesso vi si gettavano cose vecchie.
Un’altra tradizione legata a questa festa è la raccolta della rugiada della notte tra il 23 e il 24 giugno: la rugiada avrebbe avuto capacità taumaturgiche di ogni tipo e spesso le massaie lasciavano la biancheria sul davanzale perché raccogliesse la rugiada del mattino in modo tale da proteggere la biancheria stessa e chi la usava.
L’alba del giorno di San Giovanni era propizia per preparare il “nocino”: in un recipiente scuro contenente un litro di alcol, si dovevano mettere a macerare, spaccate in quattro, 24 noci fresche (ancora nel mallo) raccolte all’alba del giorno di San Giovanni e bagnate di rugiada. Poi, da qui in avanti le ricette variano e ancora oggi sono abbastanza diverse da una all’altra. Tuttavia se ne ottiene un liquore scuro, un ottimo digestivo.
Chi ha ricette per la preparazione del nocino si faccia avanti!!