POGGIO: GIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI DEI BAMBINI.

20.11.2010 by Roberta 

Oggi 20 novembre 2010 si celebra “la Giornata Mondiale dei Diritti dei Bambini”

La giornata è dedicata a coloro a cui affidiamo il nostro futuro, la nostra speranza per una continuità che ci dà una sensazione di eternità.

Questa è la giornata dedicata ai bambini e ai loro diritti, troppo spesso calpestati o peggio ritenuti non degni di considerazione.

Lo strumento giuridico che tutela i diritti dei bambini è la Convenzione sui diritti dell’infanzia ratificata dall’Assemblea delle Nazioni Unite nel 1989 a New York. L’Italia ha condiviso la Convenzione nel 1991 e a tutt’oggi 193 Stati, un numero addirittura superiore a quello degli Stati Membri dell’Onu, sono parte della Convenzione.

Alla luce dei terribili fatti di cronaca, di violenza e di abusi sui bambini, abusi non solo fisici ma anche psicologici, la Giornata Mondiale per i Diritti dell’Infanzia acquista una valenza ancora più importante.

Pierangela

Pierangela

FIORI D’ARANCIO PER UNA POGGIOLINA.

17.07.2010 by Roberta 

EVENTO IN CASA LELLI!

19 GIUGNO OGGI SPOSI

19 GIUGNO OGGI SPOSI

Marta, una delle due stupende figlie di Giovanni e Stefania, si è sposata con  Andrea. Ecco alcune belle immagini di questo meraviglioso avvenimento!

Un grande augurio di una vita felice e serena da tutto Poggio di Loro.

[portfolio_slideshow size=medium timeout=5000 nav=false]

BRAVISSIME.

15.07.2010 by Roberta 

Riportiamo di seguito la bella notizia che ci è arrivata dalla nostra Ale:

Salve a tutti i poggesi,
sono Alessia , vi volevo ringraziare per l’ articolo che mi avete dedicato inerente alla vittoria della mia squadra di pallavolo alle regionali 2010.
Ma ho una notiziona , la mia mitica squadra di pallavolo ha vinto LE  NAZIONALI A RIMINI , e presto vi faro’ vedere le foto di quelle splendide giornate; a parte questo sono orgogliosa di abitare in questo unico “villaggio”
vi abbraccio tutti
Alessia

DAL DIARIO DI MAX: Le colombe Pavoncelle

02.02.2010 by Roberta 

Non so se questo è il caso giusto, ma ho sempre sognato di iniziare una storia così, quindi:
C’era una volta e c’è ancora, un popolo, una montagna con la sua flora, ed un tratto di bosco con la sua “particolare” fauna. In un tempo che non era Ieri, ne Oggi e neanche Domani, ma solo un Istante prima , durante e dopo che ogni tempo possa dirsi trascorso. Il popolo non era composto dalla gente, ma da specifiche persone che si conoscevano a mena dito, e che proprio per questo sapevano che il benessere di ognuno di loro, dipendeva dalle capacità peculiari dell’altro. Essi vivevano in un castello in cima ad una collina circondata dalle nubi, a metà strada tra il nulla che vedevano sotto le mura, e l’azzurro del cielo che allietava gli occhi, quando volgevano lo sguardo verso la sommità della montagna amica che gli sovrastava. Gli Istanti trascorrevano tranquilli, e forse anche troppo uguali. Giovanni che si occupava di tutto quello che concerneva, la produzione della farina di castagne, passava molto tempo nel bosco, dove spesso incontrava Gianni il cacciatore accompagnato dal suo fedele cane Rex, che aveva un muso dolcissimo, un caratterino indipendente, ma nessuna propensione alla caccia. Beppe era un po’ il punto di riferimento per tutto il borgo. Egli era bravissimo con tutto quello che si poteva fare manualmente, ed aveva una officina attrezzatissima, che in caso di bisogno diventava laboratorio per le riparazioni necessarie all’utensile di questo o quell’amico. Le donne del castello, mogli, figlie, nipoti, aiutavano in amorosa sordina i loro uomini che non elenco, ma che forse ritroveremo in un’altra storia.
In un Istante che per noi potrebbe essere il mattino, Gianni il cacciatore, tornando dal bosco, si fermò in un luogo chiamato Mastondolo, a parlare con Giovanni, Beppe, Alessandro; che ascoltandolo rimasero a bocca aperta:
-Non potete immaginare quello che mi è successo(iniziò emozionato Gianni). Ero da poco entrato nel fitto del bosco, quando questo strullo d’un cane è partito a corsa, dopo poco nonostante lo richiamassi a gran voce, non sentivo più neanche un latrato, quindi inseguendolo sono entrato in un tratto di macchia fitta dove non passerebbe neanche un cinghiale; e non ci crederete……..(allora, dissero gli amici incuriositi) -dopo neanche due passi dentro i rovi, la vegetazione si è aperta facendomi passare e richiudendosi dietro di me, ed imprigionando tra le spine il fucile che porto sempre in spalla. Giovanni con una risata scettica, disse a Gianni:
-Stamattina hai fatto colazione con Vin Santo e biscotti vero?
-No simpaticone. Sono lucido e so quel che dico, ma aspetta che non ho finito.
-Una volta rimasto senza fucile e praticamente chiuso dentro, a quello che sembrava un mondo a me sconosciuto; davanti hai miei occhi si beava la più grossa e variegata concentrazione di animali che abbia mai visto. Scoiattoli, Cervi, Daini, Fagiani, Cinghiali, Istrici, Volpi, Lupi, Uccelli di tutte le specie, ed esemplari che neanche a vivere due vite avrei potuto neanche avvistare. Fra tutte le razze, spiccava per altera beltà una coppia di colombe pavoncelle, che non curanti della mia presenza, tubavano accomodate sopra il ramo rigoglioso di un albero di mimosa. Un po’ imbarazzato ed emozionato, ho provato a chiamare il mio cane, che mi aveva condotto in quella selva, a dir poco incantata. Rex è arrivato prontamente, come di solito non fa mai, e mentre stavamo reciprocamente festeggiando,

le colombe pavoncelle hanno spiccato il volo e con due volute, sono atterrate vicino ai miei piedi.                    Colomba Pavncella Colomba Pavncella
Con quel tipico movimento della testa che solo le colombe fanno, mi hanno osservato e dopo un breve scambio di suoni fra di loro, mi hanno detto….
-No aspetta (esordiscono Alessandro e Beppe, interrompendo il racconto di Gianni). Non vorrai dire che ti hanno parlato?
-Allora !, ( riprende stizzito Gianni) mi hanno raccontato di una valle dove scorre un grande fiume, dove gli uomini non si conoscono tra loro, e dove, benché la campagna sia generosa con i suoi frutti, c’è sempre della povera gente che soffre la fame. Cosa ancor più strana, loro pensano che il cielo sia soltanto grigio e nebbioso. Io incredulo come adesso siete voi, ho confessato il mio scetticismo e sono giunto ad un accordo con tutte le varietà animali che abitano la montagna. Se loro riusciranno a dimostrarmi, che oltre le nubi che ci circondano, giù sotto il nostro borgo, c’è tutto quello che le colombe pavoncelle mi hanno detto; io, e voi insieme a me, faremo in modo che i nostri mondi si congiungano, portandoci prosperità ed amicizia. Così, come prima di loro avevano fatto le colombe con Noè, durante il Diluvio Universale, le colombe volavano ogni giorno oltre la coltre di nubi e ritornavano ad asciugarsi al sole che riscaldava le pietre delle case del castello; portando sempre un segno tangibile della presenza umana, nella vallata. Gli abitanti tutti, si convinsero della necessità di onorare il patto fatto da Gianni, ed iniziarono con estremi sacrifici a tracciare una via tra le cupe nebbie ed i fitti boschi, che gli congiungesse alla gente della pianura. I sacrifici, gli sforzi, gli affanni che Istante dopo Istante, venivano sopportati da ogni membro, dell’ormai sempre meno eremo castello; vennero seguiti da tutta la comunità volatile, che ogni giorno volteggiava tra il cielo azzurro e quello sempre meno grigio di pianura. Impegno il loro, che volse a compassione le colombe pavoncelle e tutti gli amici pennuti. Essi si innalzarono in cielo, e muovendo all’unisono le ali, spinsero poco alla volta le pesanti nubi, lontano oltre l’orizzonte, agevolando la tanto sperata unione di tutti. In quel tempo, gli istanti divennero secondi, minuti, ore, giorni. La gente iniziò a mischiarsi e non tutto era rose e fiori, ma solo la conoscenza dell’altro, suppliva alle lacune create dall’apertura delle nebbie dei tempi. Da allora nei cieli intorno al castello, che molto tempo dopo, ha preso nome di Poggio di Loro, si possono scorgere delle colombe pavoncelle che, come i loro genitori, fanno la spola tra la valle e la montagna, per evitare che le caligini, isolino i mondi terreni, i nostri pensieri ed i nostri sentimenti. Se anche tu, un giorno avrai al fortuna di avvistare una o più colombe pavoncelle, consegnagli fiducioso i tuoi pensieri; li condivideranno con tutto il mondo.

MAX MAX

Quando l'amore chiama: POGGIO RISPONDE.

06.01.2010 by Roberta 

EDIZIONE STRAORDINARIA

La padrona della lavatrice e del cuore di Babbo Natale

Dopo gli ultimi eventi accaduti a Poggio e sufficientemente riportati anche fotograficamente (vedi art. “Babbo Natale ha fatto la lavatrice”), è stato scoperto il motivo per cui il Babbo più amato e famoso del mondo si è fermato nel nostro piccolo borgo. Tutta la storia ha il sapore di una fiaba che, seppur priva di orchi o draghi, ha comunque come finale piacevolmente scontato, una bella storia d’amore che in molti avevamo ipotizzato o sperato la veridicità. Una storia d’amore che, lontana dai riflettori delle cronache festivaliere, si è rivelata solo adesso per espressa volontà dei due innamorati. Complice l’atmosfera che hanno respirato a Poggio di Loro, La Befana e Babbo Natale escono allo scoperto e rivelano la loro presenza(che dicono non sia una novità) ed annunciano la loro ormai collaudata storia d’amore. Il paese tutto, animato dalla notizia, onorato dal loro soggiorno(del quale non possiamo rivelare in specifico la dimora),è andato  in trasferta per accompagnare l’ormai Poggese Befana ad un impegno mondano in quel di Urbania il 3 gennaio, dove l’arzilla nonnina  ha intrattenuto una folla di fans che non ha perso  l’occasione per incontrarla. Inutile sottolineare l’orgoglio che ci rende tronfi. Speriamo che presto i due amanti vogliano raccontarci la loro storia fin dagli albori, quando si conobbero (come ci hanno accennato), sopra una nuvola dove litigarono per l’unico parcheggio rimasto, dove ognuno voleva sostare il proprio caratteristico mezzo magico di trasporto. Il litigio si protrasse fin quando Blizzard, una delle renne di Babbo Natale, annusando le possibili affinità, spinse con il muso l’allora giovane ed ammaliante Befana tra le muscolose braccia dell’ imberbe Babbo. E ………………fu subito amore.
In attesa che conclusi i festeggiamenti, i due innamorati si riuniscano nel regno dei sogni, dove nasce l’arcobaleno; gridiamo: Viva l’Amore nelle sue molteplici rivelazioni, viva Poggio di Loro che è una di esse.

MAX