ESTATE POGGESE 2012

14.07.2012 by Roberta 

E TUTTI I PESCI ANDARONO A POGGIO…

08.07.2012 by Roberta 

Ieri sera (sabato 7 luglio) ci siamo ritrovati per gustare l’ottima cena di pesce che Mauro anche quest’anno ci ha preparato.

Antipasto con acciughine e cipolla – zuppa calda  di calamari  – spaghetti allo scoglio – spiedini con gamberi,totani, coda di rospo – vino bianco locale a go go – dolce ed acqua di Beppe; Il tutto si è tenuto sotto un cielo stellato di una sera di mezza estate, naturalmente compreso nel prezzo.

Poggio di loro sino ad ora si è sempre distinto per l’ottima cucina locale , ma ora possiamo dire che i nostri cuochi sono ” MARI E MONTI”.

A presto con “Antiche frecce Al Castello ” del 21 luglio 2012.

 

 

 

 

 

FIORI DI LILLA’, una casa per le fate.

03.05.2012 by Roberta 

Abbiamo ripreso questo articolo dal sito StileNaturale, siccome a Poggio questa pianta ha messo le sue “radici” ci è sembrato opportuno spiegarne il significato.

Un tempo si riteneva che la pianta di Lillà fosse l’ambiente ideale per le fate e una volta piantata vicino alle abitazioni poteva tenere lontani gli spiriti

Dove sono andati gli splendidi fiori lillà di un tempo?  Nei giardini di oggi la vista dei lillà è divenuta piuttosto rara e sembrano passati decisamente i tempi di cui parla Proust in Jean Santeuil, quando non c’era quasi casa, anche modesta, che non avesse nel proprio giardino un cespuglio di lillà.

Forse il fatto che il color lilla o viola sia il colore del lutto ha fatto sì che il fiore sia stato considerato in diverse occasioni il fiore della malinconia o della morte. In Persia, ad esempio, significa “abbandono” e un ramoscello di lillà era dato agli amanti quando venivano lasciati; in America e in Inghilterra si dice che le ragazze che indossano il lillà, eccetto che a Calendimaggio, non troveranno mai marito ed inviare un mazzo di lillà al fidanzato o alla fidanzata equivale a rompere il fidanzamento. Tuttavia,  nel linguaggio dei fiori il lillà ha un significato che sta ad indicare la giovinezza e la freschezza dei sentimenti.

Le origini della serenella (altro nome comune per lillà) non sono semplici. Sarebbe stata introdotta in Europa dalla vicina Turchia. Le prime descrizioni risalgono al XVI secolo e si susseguono rapidamente, dimostrando il successo e la veloce diffusione della pianta. In Turchia però sarebbe arrivata, come bottino di guerra, dalla Grecia dove già era coltivata. Il naturalista Rocher,  nel 1828 ne individuò l’areale d’origine in Romania e più in generale nei Balcani. Antonio Targioni Tozzetti, nel suo Corso di botanica medico-farmaceutica (1847) la definisce invece come “frutice nativo della Persia ma coltivato in tutti i giardini”.

Comunque sia, la serenella riuscì ad acclimatarsi perfettamente in molte zone dell’Europa ed anche nel nostro paese trovò larga diffusione. La Syringa vulgaris raggiunse l’apice della moda tra la fine dell’ ‘800 e gli inizi del ‘900.

Dalle Syringae si è estratto per un certo tempo, e tutt’ora si estrae seppure in misura minore,  il costosissimo olio di lillà, che si ricava dalla macerazione nel grasso e nell’olio delle specie più profumate. Il legno non è mai servito a gran che, se non per fabbricare pipe. Nella corteccia è contenuto un principio amaro caratteristico, la siringina, che è stato prescritto spesso dalla medicina popolare, in decotti ed estrazioni, contro le febbri intermittenti. Le foglie, amare anch’esse, sono ritenute toniche ed astringenti e con i fiori, macerati 15 giorni nell’olio, si prepara un unguento contro il reumatismo articolare, usato soprattutto nell’Europa orientale. All’infuso delle foglie venivano attribuite proprietà decongestionanti per il fegato e la digestione. Con i fiori si preparavano profumi e si ricavava anche l’olio da massaggio. Oggi si trovano in commercio i gemmoderivati  (Syringa vulgaris macerato glicerico), utilizzati come tonico del cuore e della circolazione.

Era antica credenza che le fate amassero stare tra i fiori di Lillà e che esso, piantato in un luogo, lo purificasse dal male. I fiori freschi potevano servire ad allontanare gli spiriti da luoghi infestati. L’olio era impiegato nei rituali di equilibrio mentale, per i poteri psichici e la purificazione.
La Syringa più profumata si dice sia la sweginzowii, seguita a poca distanza dalla vulgaris, dalla oblata e dalla pubescens. Ma occorre far molta attenzione in fatto di profumo perché buona parte degli ibridi moderni, spettacolari per grandezza di fiore, colore, resistenza alle malattie, non hanno quasi più profumo.

Giulia Bartalozzi

Dolce Vin Novo

13.11.2011 by Pierangela 

Siamo nel pieno dell’estate di San Martino: il sole spunta pallido dalla nebbia del mattina e piano piano prende vigore e ci scalda. Il paesaggio che ci circonda sta indossando il vestito invernale, gli alberi prima di perdere le foglie diventano macchie di colore caldo che hanno tante tonalità di rosso, arancio e marrone.

“Per San Martino, cadono le foglie e si spilla il vino”

Il proverbio rammenta anche il vino: dopo la vendemmia di settembre nelle cantine stanno maturando i vini che allieteranno le nostre tavole nei prossimi mesi.

Ora è giunto il momento di assaggiare il “vin novo”.

Accompagnare il novello con “brici” o “succioli” è il miglior modo per iniziare l’inverno!!

100 CEPPI SECONDO ATTO

08.11.2011 by Roberta 

SAREBBE UN RIPETERSI, CI HA GIA’ PENSATO VALDARNOPOST A DESCRIVERE  BENISSIMO COME E’ ANDATA LA FESTA, VI INVITIAMO A CLICCARE SUL LINK SOTTO RIPORTATO.

A BREVE VI INFORMEREMO  DI QUANDO VALDARNO CHANNEL METTERA’ IN ONDA IL BEL SERVIZIO CHE HA FATTO DURANTE  LA GIORNATA.

RINGRAZIAMO  COMUNQUE  TUTTI  COLORO  CHE  SONO VENUTI ALLA NOSTRA MANIFESTAZIONE ED ANCHE:

FEDERICA CRINI DI VALDARNOPOST, MARCELLA DI VALDARNO CHANNEL, ANDREA VOLANTE CON LA SUA MACCHINA FOTOGRAFICA, L’ASSOCIAZIONE I’BERCIO, VIVIANO VENTURI , GLI ARCERI DI INCISA  VALDARNO ……

 

ARTICOLO  VALDARNOPOST  CLICCARE