RESTAURO DI UN’OPERA DEL 1600

08.11.2012 by Roberta 

Oggi è uscito su VALDARNOPOST,un’altro bell’articolo riguardante  l’impegno che  Poggio di Loro sta mettendo  per   portare  a termine il restauro di un importante dipinto del 1600, situato nella chiesa del paese.

Di seguito riportiamo il link leggete ….leggete….leggete…..

“Tra i prossimi obiettivi dell’Associazione Culturale Editrice Elicriso c’è anche il restauro di un dipinto”

POGGIO E’:

FESTE, CIBO, STORIA E CULTURA

 

 

RESURREZIONE …

06.04.2012 by Roberta 

VITA

Le  lastre del borgo.

Il vento amico che muove incessante i rami degli alberi.

Il silenzio costruttivo .

Energie misteriose  frutto storico  delle mura, invadono chiunque di noi  passeggi tra i vicoli.

Immagino le mani che hanno posate le pietre  una su l’altra per regalarci Poggio di Loro.

Apprezzo gli sforzi che vengono fatti per  conservare Poggio come è oggi.

Cerco nel mio piccolo di contribuire perché Poggio migliori e confermi la sua identità e la sua cultura, che ne fanno un gioiello nel panorama del Pratomagno.

Torno ad affacciarmi al nostro blog per augurare a tutti una Felice Resurrezione. Non obbligatoriamente una Felice Pasqua. Questa potrebbe essere denigratoria verso chi non crede.

Il nostro borgo accoglie come fa ormai da centinaia di anni la Resurrezione. Della natura in primo luogo. Dell’umanità, dei progetti, delle speranze, dei sentimenti, delle aspettative e dei progetti in secondo.

In un momento di tristezza economica e sociale, ho voglia di augurare una Felice Resurrezione.

Resurrezione di anime, di intenti, di attese, di scoperte, di speranze, di odi, di ire, di amori, di perdono, di delusioni, di  rappacificazioni, di comunione, di confronto, di sviluppo.

Resurrezione di vita in tutte le accezioni che il termine include e che sono incapace di elencare.

Buona Resurrezione di sentimenti ed opere.

Come augurerebbe un Induista:

NAMASTE

La parola namaste letteralmente significa “mi inchino a te”, e deriva dal sanscrito: namas (inchinarsi, salutare con reverenza) e te (a te). A questa parola è però implicitamente associata una valenza spirituale, per cui essa può forse essere tradotta in modo più completo come saluto (mi inchino a) le qualità divine che sono in te. Unita al gesto di unire le mani e chinare il capo, potrebbe essere resa con: le qualità divine che sono in me si inchinano alle qualità divine che sono in te, o anche, meno sinteticamente, unisco il mio corpo e la mente, concentrandomi sul mio potenziale divino, e mi inchino allo stesso potenziale che è in te. In sostanza, dunque, il significato ultimo del saluto è quello di riconoscere la sacralità di ognuno di noi. Oltre a essere un saluto buddhista, è anche indù, che vuol dire mi inchino alla luce del dio che c’è in te.

Mi sembra la sintesi massima con cui augurare ogni bene e riconoscerci anche negli altri. Credenti o non.

Un saluto affettuoso

MAX

FESTEGGIAMENTI PER L’ULTIMO EROE DI POGGIO DI LORO

04.03.2012 by Roberta 

Classe 1920 nato e cresciuto a Poggio di loro, chiamato alle armi per l’ultima grande guerra 1940 al 1945. Partecipa alla campagna di  Russia  provando  sulla propria pelle le atrocità della guerra…….

Questa potrebbe essere per uno storico, la  sommaria biografia di Armando Lanini, per noi invece  che lo conosciamo  e lo vediamo ogni giorno nel Borgo con a fianco il fedele canino Roy ….. E’ MOLTO DI PIU’ !.

I  suoi occhi attenti guardano ed  ascoltano quello che le orecchie oramai non sentono quasi più, ti seguono mentre gli passi vicino, ti sorridono, ti salutano;  capisci che avrebbe tanto da raccontare, ma si limita con i suoi silenzi a rappresentare per Poggio di Loro  l’ultimo anello di congiunzione tra i valori umani di ieri e la consolidata libertà di oggi.

Una persona educata, rispettosa, solare, una persona speciale.

……A domani Armando, ci vediamo come sempre all’ ”Aiacce” .

I tuoi Poggesi.

 

 

IL GRATTA MARIANO

22.10.2011 by Pierangela 

Anche se la stagione autunnale è ormai arrivata, rimane da ricordare il “gratta mariano”… quella dolcezza, che diventava un evento, del perdono a Poggio di Loro (vedi articolo “Tempo di perdono…”).

Il “gratta mariano” era una prelibatezza fresca e dolce allo stesso tempo che tutti, anche i grandi, gustavano con piacere: sul banco arrivato a Poggio per l’occasione della festa campeggiavano alcuni grandi blocchi di ghiaccio, bicchieri, cucchiai ed alcune bottiglie di vetro bianco, con il tappo di sughero, dentro le quali si trovavano sciroppi dai colori accattivanti: verde per il gusto alla menta, rosso per il gusto all’amarena, bianco-giallo per il gusto al limone…

Gratta, gratta il ghiaccio diveniva una specie di gustosissima granita!

L’assonanza con la “grattachecca” di Roma sarà solo un caso o ci avranno copiato?

Tempo di perdono…

26.09.2011 by Pierangela 

 

In questo periodo in tutta la vallata si celebrano i “perdoni”, giorni solenni dedicati alla celebrazione liturgica del santo Patrono.

 

L’usanza ha origine dall’antica indulgenza plenaria che veniva concessa a tutti i peccatori pentiti: le colpe sarebbero state rimesse a patto che si fossero recati, almeno una volta l’anno, presso la chiesa del Patrono.

Si trattava di un momento di penitenza molto solenne, una tradizione le cui origini affondano nella cultura medievale più classica e spirituale.

Il perdono ha ancora oggi una valenza fondamentale nella cultura cristiana e viene associato alla purificazione ed alla rinascita spirituale dell’individuo.

In passato raramente accadeva che a tale religioso momento venissero abbinate feste e divertimenti, poiché il pentirsi necessitava di un’austerità che sottolineasse la presa di coscienza dei propri peccati.

 

Anche a Poggio di Loro viene celebrato il giorno del Perdono: in realtà è ormai trascorso, poiché si “festeggerebbe” il 15 agosto, il giorno dell’Assunzione della Beata Vergine Maria. La chiesa di Poggio di Loro è infatti dedicata a Santa Maria Assunta.

 

La parola “festeggerebbe” è tra virgolette, perché fin dal passato, a causa della concomitante celebrazione per la Madonna a Loro Ciuffenna, è sempre stato spostato alla domenica successiva il 15 agosto.

 

Come si festeggiava fino a circa quaranta anni fa?

Con una solenne Messa “in terzo”, cioè celebrata da 3 sacerdoti, alla quale seguiva una processione per le vie del paese, con la Croce portata da colui che, appartenente all’antichissima Compagnia della Misericordia di Poggio, era stato estratto a sorte appositamente durante il periodo della Pasqua.

In processione la Croce era accompagnata da due “lanternari”, due uomini che portavano grandi candelabri, poi venivano un gruppo di uomini disposti su due file, poi lo stendardo della Compagnia della Misericordia; seguiva un baldacchino sorretto da ben quattro uomini sotto il quale il prete portava solennemente la reliquia della Madonna conservata nella chiesa di Poggio di Loro. Infine, a chiudere il corteo, camminavano le donne disposte su due file.

 

Nelle case si invitavano i parenti, cercando di preparare il pranzo più buono e ricco possibile: minestra in brodo di locio, locio lesso, coniglio fritto, ciambelline dolce o lattaiolo o spumini, il tutto accompagnato da buon vino e vin santo.

 

Nel pomeriggio arrivava da Loro o da Terranuova uno o due banchi per la vendita di dolciumi (brigidini, caramelle, biscotti), il banco del cocomeraio e quello del “gratta mariano” (questo lo vendeva la Popera, per la gioia dei ragazzi del paese). Infine, per il divertimento di tutti, si organizzavano giochi popolari come la corsa con i sacchi, albero della cuccagna, ecc.