Benvenuti in casa BROGI.

30.12.2009 by Roberta 

STIAMO       ESAGERANDOOOOOOOOOOOOOOO

Guardate chi è venuto insieme a babbo Natale a Poggio a casa del nostro amico e paesano Enzo Brogi?

A dire la verità  questa foto mi è stata mandata  da Enzo per poterla mettere nel nostro blog ed assieme alla fotografia lui mi avrebbe suggerito di scrivere questo, cito testualmente:

la foto non è un gran che, ma c’è il tuo babbo all’opera e si intravedono, tra gli atri, due big Piero Pelù e Pau il cantante dei Negrita. Così potrai scrivere di tradizioni arcaiche, di antichi sapori e duro lavoro. Potrai parlare di miserie, ma anche di valori e di suggestioni che solo la montagna e le sue asprezze sanno regalare. E poi c’è la riscoperta dei borghi e delle antiche ricette e così anche quelli famosi lasciano i palchi e la popolarità per ritrovarsi attorno ad un paiolo che ospita polenta e profumo.

Un barrettino poi per il tressette ed un caffé  fanno il resto. Tutto questo può regalarti Poggio.

Le stradine da percorrere tutti con il capo all’insù per vedere il bucato steso di babbo natale ed i presepi allestiti sulle soglie delle finestre.”

Onestamente mi sembrava così esplicito e  carino che  non ho voluto cambiare niente.

Roberta

IL BIONDO dal diario di Max

10.12.2009 by Roberta 

MAX

Il TEMPO della FARINA di CASTAGNE. Grazie ad Elisa, la memoria ci riporta a momenti (per lei non tanto lontani) in cui i valori, le gioie e le necessità non sembrano avere nessuna attinenza con il nostro vivere quotidiano. Per mia fortuna, anch’io ho conosciuto “il biondo” al secolo Renato insieme a sua moglie Renata, dei quali porterò un ricordo geloso per sempre; mi pregio inoltre di avere un rapporto quasi parentale con tutta la famiglia da loro discendente, e forse proprio per quello, amabile, disponibile e corretta come è ormai difficile trovare oggi. I metodi di raccolta, di produzione e gli aromi che si possono apprezzare nella farina di castagne “ del Biondo” (penso che si chiamerà per sempre così), ci rammentano momenti di vita in cui la gente di montagna lottava fino allo stremo delle forze, per strappare un pezzo di terra coltivabile alla forza invadente del bosco. Il “montagnolo” nel senso pregevole del termine era colui che con infiniti sacrifici, cercava di piegare le forze della natura a suo favore, per poter accrescere la prosperità della sua famiglia, che amava più di se stesso. Erano tempi in cui possedere anche solo un pezzo di terra da coltivare era un privilegio per pochi. Tempi in cui “l’altro” non era colui dal quale prendere le distanze, ma l’ amico con il quale condividere fatiche e gioie, privazioni e soddisfazioni. Il “cuore” era il motore di tutta la vita sociale, familiare e spirituale. Tempi in cui la “fame” non era qualcosa di cui vergognarsi, ma da condividere e saziare, in comunione con il tuo più caro amico. Allora la farina di castagne non era come adesso un prodotto di nicchia, da assaporare in compagnia di amici, sorseggiando un buon bicchiere di vino, come sottofondo alla stagione che sta trascorrendo. La farina di castagne era sostentamento e ricchezza economica per molte famiglie della montagna e non solo di quella Lorese. Inoltre come raccontano i “vecchi”, la raccolta e tutta la lavorazione correlata alla sua produzione era motivo di aggregazione amichevole e culturale, quando alla sera intorno al fuoco del seccatoio si ritrovavano gli abitanti del borgo a raccontare storie tramandate oralmente, oppure a commentare fatti accaduti durante la giornata. Momenti di vita passata, che valorizzavano l’uomo o la donna, non per quello che possedevano, ma per la rettitudine della quale erano capaci; persone che anteponevano al benessere della famiglia, l’onore con la “O” maiuscola, che veniva sostenuto dalle azioni quotidiane. Tempi in cui “la parola data” era più di un contratto, importante ed unica come la farina di castagne. Max

LA FARINA DOLCE

06.12.2009 by Roberta 

 

È tempo di farina dolce
Un po’ di tempo fa una signora mi disse che da quando è mancato il
Biondo, in montagna non si è più assaggiata una farina di castagne
buona come quella che faceva lui. Non lo so se è così per tutti,
sicuramente lo è per me. La farina dolce del nonno aveva un sapore
speciale, datole dall’amorevole cura e dalla continua dedizione che
lui aveva nel produrla, dalla raccolta delle castagne con le pinze di
legno e la bogia fino alla tostatura nel forno del paese scaldato
rigorosamente con sola legna di castagno, e  poi via al mulino a
macinare. Se chiudo gli occhi riesco a sentirlo il suo profumo
uscire dal cassone di legno, riesco a sentire in bocca quel dolce sapore
da far invidia alla cioccolata più buona, riesco a rivedere le corse
che con la mia sorella facevamo ogni volta che il cassone si apriva per
prenderne almeno un pizzicotto. In casa Lelli la farina di castagne
è un’istituzione, o meglio un piacere, che ogni anno ancora si
rinnova grazie alle mani del babbo e di chi insieme a lui ha raccolto la passione del nonno, allora il mio grazie va a loro, perché quando arriva la farina nuova per me è una grande festa, proprio come quando ero piccina.

 ELISA

UN CARLINO A POGGIO

02.12.2009 by Roberta 

Sara

In un luogo dove la natura fa sentire sempre la sua imponente presenza, una natura fatta di suggestive montagne, panorami mozzafiato, vento forte che dà voce ai grandi alberi durante il freddo inverno, fitti boschi di abeti e faggi pieni di caprioli, cinghiali e daini, dove spesso il migliore amico dell’uomo è un fedele cane da caccia, è arrivata Carlotta!

Una buffa carlina dal dolce viso simpatico che forse ha ben poco in comune con la vita di montagna ma che sta pian piano diventando una cagnolina poggese…..e con orgoglio!

Tra un misto di divertimento e stupore da parte degli abitanti più anziani del paese per i suoi occhioni grandi, forse troppo, è stata accolta con grande simpatia. Ora va in giro facendo feste a chiunque incontri, giocando con la sua “sorellina” Olga, una bellissima gatta nera, annusando tutto ciò che trova alla scoperta di quella che sarà la sua casa d’ora in poi.

La storia di Carlotta è un po’ come la storia della sua padrona, giunta a Poggio di Loro quasi per caso. In una dimensione nuova per lei, particolare, che credeva che la vita frenetica avesse ormai cancellato. Un posto dove riesci ad assaporare il vero valore della vita, fatto di cose semplici. Il profumo del bosco, una montagna ricca di colori autunnali, un camino acceso, il calore delle persone che vi abitano e ti arricchiscono con i loro racconti di vita montana, il silenzio che è intorno a te.

Dopo un anno di vita vissuta quassù credo che non potrei davvero più fare a meno di questo piccolo angolo di paradiso e…..son sicura che Carlotta è d’accordo con me……..!!

Sara

MENO MALE PIERANGELA HA COMPRATO LA CASA A POGGIO.

22.11.2009 by Roberta 

p.angela

Continuo i ringraziamenti….perchè dietro a ogni evento ci sono tante persone che impiegano il loro tempo e le loro forze a far sì che tutto riesca al meglio.

Grazie a chi dedica tanto tempo e impegno a preparare i cibi genuini della tradizione poggese, o comunque toscana, che vengono serviti alle feste e che sono apprezzati veramente da tutti, grandi e piccini: le nostre cuoche, che nei periodi degli eventi poggesi trascorrono più tempo nella “casina” che a casa loro!
Grazie a Romana, Adriana, Luisina, Vanna, Grazia.

Merito agli UOMINI per le speciali cotture nel forno a legna di Poggio o nella grande griglia: riforniscono di legna, seguono le cotture, vanno avanti e indietro con i vassoi fumanti di cibi prelibati….
UOMINI che non si tirano indietro al momento di preparare i tavoli, nel cercare i materiali occorrenti, nel sistemare e nel rimettere a posto tutto, a feste finite!!

Grazie anche a chi pensa agli acquisti con cura ed oculatezza e a chi li effettua praticamente.

GRAZIE A TUTTI