La Candelora

02.02.2012 by Pierangela 

 

La Candelora

Dopo i giorni della merla il 2 febbraio, oggi, si celebra la Candelora, diventata “famosa” nei secoli per essere considerata il momento di passaggio tra l’inverno e la primavera.

Festa non di precetto, la Candelora in passato era comunque sentita come una ricorrenza di rilievo, soprattutto nelle campagne, dove le chiese, nelle albe fredde di febbraio, nella neve o nella nebbia, oppure con un sole ancora senza calore, vedevano radunarsi persone per la messa d’una festa considerata della Vergine: la Purificazione di Maria e la presentazione di Gesù al tempio quaranta giorni dopo la nascita.

Dopo la processione, col rito delle candele, la breve sosta sul sagrato e la via del ritorno a casa erano occupate dalle previsioni del tempo: quanto sarebbe durato ancora il freddo, essendo la Candelora un cardine per la meteorologia.

“Per la santa Candelora
se tempesta o se gragnola
dell’inverno siamo fora;
ma se è sole o solicello
siamo solo a mezzo inverno.

È il proverbio universalmente noto. Per la Candelora se il tempo è cattivo l’inverno può dirsi finito, ma se fa bello è ancora a metà. Oggi giornata freddissima, con vento e neve…

 

Però, per dire che tutte le previsioni sono fallaci e che ognuno misura le cose secondo il proprio metro, esiste una storiella:

Si racconta che all’inizio dei tempi avvenne questo dialogo in campagna e da allora l’inverno arriva quando vuole e se ne va quando ha fatto.

Disse il villano alla Candelora:
– Acqua o neve venga giù,
che l’inverno non c’è più.

Disse allora il bove: – Che nevichi o che piova, l’inverno se ne va quando l’erba è sulla proda.

Disse il vecchio infreddolito:
– L’inverno non se ne va prima di San Vito.

Disse la vecchia col caldano: – L’inverno starà
finché la foglia di fico come un palmo sarà.

Si voltò l’asino e disse: – Non viene il caldo
finché tra le stoppie non spunta il cardo.

Rispose la strega: – È cosa sicura
che l’inverno arriva quando arriva
e dura fin che dura.

 by Pierangela

I GIORNI DELLA MERLA

01.02.2012 by Pierangela 

 

 

I giorni della merla

 

Dopo un mese non troppo freddo, è arrivato un periodo che, secondo le tradizioni popolari è il più freddo di tutto l’anno: gli ultimi tre giorni di gennaio!

Questi giorni sono comunemente chiamati “giorni della merla“, ma l’origine di questo modo di dire risale a tempi antichissimi e viene tramandata attraverso tante leggende di origine contadina.
Le varianti sono tante: alcune hanno un lieto fine, mentre altre terminano tristemente, ma sono tutte ambientate nello stesso periodo dell’anno.

I “giorni della merla” sono il 29, 30 e 31 gennaio (secondo alcuni invece sono dal 30 e 31 gennaio al  1 febbraio), giorni nei quali, attraverso dei segni, è possibile capire quale sarà il clima dell’intero anno. Si dice infatti che, se questi giorni sono freddi, la primavera sarà mite e bella, mentre, se sono caldi, la primavera arriverà in ritardo.

La tradizione ha origine nel Nord Italia ed è molto sentita anche in Toscana. Un aspetto comune alle diverse versioni della leggenda è l’originario colore bianco dei merli.

La versione più diffusa narra di una merla bianchissima, che volava coi suoi piccoli alla ricerca di un riparo. Il suo volo procede senza risultati sino a quando, ormai allo stremo delle forze, la merla avvista il fumo che sale da un camino. Decide così di portare i suoi piccoli in quella calda e sicura dimora, riuscendo a salvare la sua famiglia; ma i merli divennero tutti neri a causa della fuliggine. Da allora, in segno di ringraziamento, accettarono di essere neri.

Una variante di questa leggenda vede protagonista Gennaio, che anticamente aveva 28 giorni.

Il mese si divertiva a tormentare col suo gelo i poveri merli bianchi, che avevano la loro dimora su una quercia. La merla supplicava Gennaio di essere più mite, ma lui non dava loro tregua. Un anno la merla si nascose con tutta la sua famiglia sotto un tetto e Gennaio, non vedendoli, si dimenticò di tormentarli, finché l’ultimo giorno del mese (il 28, secondo la leggenda) la merla, ormai tranquilla, uscì per prendere un po’ di sole.                                                                  Gennaio, sentendosi preso in giro, chiese in prestito 3 giorni a Febbraio, che allora ne aveva 31; in quei giorni Gennaio scatenò gelo, freddo e neve, tanto che la famigliola dei merli stava per morire congelata. Solo il calore di una canna fumaria diede loro ristoro, ma da allora i merli diventarono neri. Gennaio, soddisfatto per la vendetta, andò via senza restituire i giorni a Febbraio, che rimase il mese più corto dell’anno e i giorni a lui sottratti sono conosciuti come i “giorni della merla”, ovvero i giorni più freddi dell’anno.

La struttura principale della leggenda, sebbene con diverse versioni, non cambia e ha il suo punto focale nel gelo degli ultimi giorni di gennaio.
Se diamo uno sguardo alle temperature nei “giorni della merla”, possiamo vedere che non sempre si tratta dei giorni più gelidi, perché le medie evidenziano altre giornate ben più fredde, ma questo non potrà mai influenzare e modificare un qualcosa, che le tradizioni portano sino a noi dalla notte dei tempi.

 

APRILE: continuo all’articolo 3 Aprilante.

13.04.2011 by Roberta 

Max diceva così:…… Certo, potrebbe darci maggiori delucidazioni la nostra competentissima Pierangela, ma mentre attendiamo una sua illuminante spiegazione,……..

E Pierangela risponde:

Allora vediamo….

Dal vocabolario della lingua italiana dell’Accademia della Crusca ho trovato questa definizione:

“Terzo aprilante quaranta dì durante”

“E’ un proverbio di prognostico (conoscenza anticipata, predizione) perché si vuole che il dì tre di aprile avrà quaranta giorni successivi consimili.”

Il giorno 3 è stato bellissimo quindi, come i vecchi contadini, ci aspettiamo un mese splendido!

Questo proverbio è solo uno dei numerosi che interessano il mese di aprile, vero primo mese di primavera, dedicato alla dea Afrodite.

Secondo alcune teorie, il nome Aprile deriverebbe dal latino aperire (aprire) per indicare il mese in cui si “schiudono” piante e fiori.

Ecco altri proverbi:

“La prim’acqua d’aprile vale un carro d’oro con tutto l’assile”

“D’aprile ogni goccia un barile”

“Aprile temperato non è mai ingrato”

Pierangela


 

3 APRILANTE ………attenzione a domani.

02.04.2011 by Roberta 

Il proverbio dice:

3  APRILANTE  40  GIORNI  DURANTE!!!!!

io aggiungo:

se piove…siamo rovinati!!!!!

UNA MELA AL GIORNO? O FORSE DUE?

23.02.2011 by Roberta 

Le mele di Poggio.

La classica mela  ” si fa per dire

“Una mela al giorno leva il medico di torno”

Recita così un vecchio proverbio che evidenzia le benefiche virtù di questo buonissimo frutto.

Meno noto è invece come anche le bucce siano utili: strofinandole, ad esempio, dalla parte della polpa, sui ripiani in marmo della cucina avranno l’effetto di sgrassarli e renderli lucidi e brillanti.

(da Calendario Barbanera)

La mela mi fa pensare alle spettacolari Mele Neste del Pratomagno che, a Poggio, qualcuno mangia ancora pur essendo quasi primavera…. Conservate ben distese, con la buccia un po’ raggrinzita, sono sempre una delizia!!

Pierangela

Pierangela