DAL CALENDARIO DI PIERANGELA: S.ANTONIO

15.01.2010 by Roberta 

17 gennaio S. Antonio Abate

La festa di Sant’Antonio abate, celebrata ogni anno il 17 gennaio era in passato una delle ricorrenze più sentite nelle comunità contadine.

Era una giornata dedicata alla benedizione  degli animali domestici, delle stalle, dei mannelli di fieno e del mangime affinché fossero protetti da eventi imprevisti o dalle malattie.

Nelle antiche comunità di usava, in questa data, raccogliere la legna necessaria per accendere fuochi propiziatori intorno ai quali si svolgevano riti di purificazione. Talvolta le ceneri o pezzetti di tizzone venivano conservati come amuleti per preservare stalle e animali.

S. Antonio era considerato infatti il protettore degli animali e delle stalle, la sua immagine era diffusissima nelle nostre campagne: quadretti raffiguranti il santo con ai piedi un maiale o attorniato da animali si trovavano incorniciati e appesi nelle stalle, a protezione del patrimonio della famiglia contadina. L’immagine del santo era diffusa anche come “santino” che chiunque poteva portare con sé.

Ancora oggi gli animali domestici, o il loro cibo, vengono portati di fronte alle chiese per essere benedetti. Nella nostra zona ha una certa rilevanza la Benedizione degli animali a San Giovanni Valdarno (per info: www. prolocosangiovannivaldarno.it)

Pierangela 14 gennaio

ANNO NUOVO, VITA NUOVA by Pierangela

01.01.2010 by Roberta 

Oggi è difficile immaginare feste e tradizioni che ancora 50-60 anni fa ritmavano il passare dell’anno ed ancor più difficile coglierne il significato. le feste rappresentavano momenti solenni attraverso i quali la comunità celebrava riti propiziatori, tentava di esorcizzare le proprie paure legate alle malattie ed ai rischi per il raccolto o esprimeva la propria riconoscenza a Dio per la protezione concessa alla famiglia ovvero per il raccolto difeso dalle intemperie o dalla siccità.Gran parte delle feste dell’anno contadino è chiaramente di origine pagana, ma è evidente come lo spirito cristiano abbia saputo farle proprie senza che perdessere completamente il loro senso, legato di solito al ciclo produttivo, ai timori e alle speranze del mondo rurale.

Per comprendere le feste tradizionali che scandiscono il corso dell’anno, bisogna cogliere due elementi di fondo: la ricerca della purificazione con usanze e credenze volte ad eliminare il male del passato e il propiziare il bene per il futuro (esempi sono Capodanno, l’Epifania, il Carnevale, la Pasqua, …).

In questo blog cercheremo di riportare alla luce i significati di alcune feste o giornate particolari legate alla tradizione popolare.Siete tutti invitati a collaborare apportando le vostre conoscenze!!

Iniziamo con………..

1 gennaio Capodanno

È la festa d’inizio dell’anno, nella quale, per auspicare benessere e prosperità per l’anno che viene, fino a poco tempo fa si gettava tutto quanto era vecchio e rotto: era il rito di eliminazione del male e si creavano così le condizioni per un “rinnovamento”. Anche i “botti”, con il loro fragore, svolgevano la funzione di allontanare il maligno.Capodanno diveniva la situazione adatta per predire il futuro: la meteorologia popolare cercava di prevedere l’andamento di tutti i dodici mesi dell’anno, osservando le condizioni del tempo meteorologico dei primi dodici giorni di gennaio (le calende).

I primi giorni di ogni mese dell’anno erano detti “calende” al modo dei Romani e proprio le calende di gennaio erano associate ai diversi mesi; così il primo giorno dell’anno rappresentava il tempo che avrebbe fatto a gennaio, il due a febbraio, il tre a marzo, e così via. Ad esempio se il 3 gennaio pioveva si sarebbe avuto un marzo piovoso e se l’8 gennaio fosse stato freddo o piovoso si sarebbe avuto un agosto fresco.

A dire la verità a Poggio non tutti concordano con questa spiegazione: alcune persone ritengono che il tempo meteorologico delle calende debba essere invertito: cioè se il 2 gennaio è bel tempo il mese di febbraio sarà piovoso e freddo….

L’unica cosa da fare è provare!

Appuntiamoci sui nostri calendari il tempo dei primi dodici giorni di gennaio e verificheremo lungo il corso dell’anno questa tradizione popolare, o in un senso o nell’altro!

Ma la previsione meteo non finiva qui, perché si riteneva che se la notte di San Paolo, che si celebra il 25 gennaio, non fosse stata scura, cioè nuvolosa le previsioni delle calende non sarebbero state rispettate…Il proverbio afferma “Delle calende non me ne curo purchè a San Paolo non faccia scuro”.

Pierangela